Il morbo di Alzheimer, è una condizione di malattia neurodegenerativa. Il nome di questa patologia arriva dallo psichiatra tedesco Alois Alzheimer, il primo ad aver descritto la patologia nel 1906. L’Alzheimer rappresenta il 50-80% dei casi di demenza e conta circa tra i 30 e i 35 milioni di pazienti.
Questa patologia comporta una graduale e irreversibile perdita delle funzioni cognitive e i sintomi più comuni sono: deficit di memoria, problemi di linguaggio, cambiamenti di personalità, confusione, disorientamento e perdita delle capacità di ragionamento e di giudizio. La malattia, durante le sue fasi più avanzate, può compromettere molto l’aspettativa di vita del paziente a causa delle molteplici complicanze che potrebbero risultare fatali.
Diagnosticare il morbo di Alzheimer può risultare estremamente complesso. Per fare ciò infatti, servono numerose indagini mediche e test, tra cui:
- Test neuropsicologici e cognitivi
- Tac celebrali e risonanza magnetica al cervello per identificare le possibili anormalità
- Esami obiettivi e di laboratorio per diagnosticare le immagini ed escludere altre possibili patologie con sintomi analoghi.
All’origine della malattia molti esperti ritengono che ci siano una serie di fattori tra cui la genetica, i fattori ambientali, la familiarità e lo stile di vita.
Sintomi dell’Alzheimer
Solitamente, l’evoluzione dei sintomi del morbo di Alzheimer si suddividono in tre stadi o fasi:
- Fase iniziale dove si sviluppano i primi sintomi come i piccoli problemi a breve termine, incapacità di compiere azioni comuni, perdita di memoria o cambiamenti di personalità.
- Fase intermedia dei sintomi dove si sviluppa un peggioramento dei sintomi iniziali. Solitamente in questo stadio, il paziente, ad avere bisogno di persone che lo aiutano nella vita quotidiana.
- Fase finale, in cui il paziente peggiora ulteriormente fino all’incompatibilità con la vita quotidiana. In questa fase compaiono anche sintomi come: difficoltà di deglutizione, perdita di peso, incontinenza e perdita del controllo motorio.
Purtroppo ad oggi, non esistono ancora farmaci in grado di fermare o far diminuire la patologia. i trattamenti disponibili infatti, puntano esclusivamente a contenerne i sintomi. Tuttavia, il campo scientifico sta lavorando duramente con l’obbiettivo di sviluppare nuovi farmaci che aiutano a prevenire, rallentare e ridurre la malattia.
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