Il gomito del tennista (epicondilite laterale) è un’infiammazione dolorosa dei tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio alla parte esterna del gomito (epicondilo laterale). Si tratta in pratica di una forma di tendinite che provoca dolore alla parte esterna del gomito e, se non curata, può causare addirittura la perdita della funzionalità e della mobilità del braccio.
Questo doloroso disturbo non colpisce solo chi gioca a tennis (sport che espone a maggior tensione le strutture muscolo-scheletriche interessate dal disturbo) ma chiunque faccia largo uso delle braccia – o di un braccio in particolare – ripetendo determinati movimenti.
Tra gli sport che più espongono all’epicondilite si annoverano: badminton, squash, lancio del giavellotto o del disco, golf, scherma; tra le professioni; idraulico, muratore, carpentiere, giardiniere, macellaio, cuoco, falegname, sarto, pittore e violinista.
Come si avverte l’epicondilite?
In genere si verifica un dolore giusto sotto la curvatura del gomito, sulla parte esterna dell’avambraccio superiore nei seguenti casi:
- Sollevando o piegando il braccio,
- Stringendo oggetti anche piccoli,
- Effettuando un movimento di torsione, come girare una maniglia o svitare un vasetto.
Risulta inoltre difficoltoso estendere completamente il braccio.
In principio, infatti, il dolore colpisce solto i tendini, ma tende ad aumentare con le attività che richiedono il coinvolgimento dei muscoli dell’arto interessato. Con un abuso protratto nel tempo, la manifestazione dolorosa può irradiarsi lungo l’avambraccio e persistere anche a riposo, determinando la progressiva riduzione della funzionalità di mano, polso e gomito. Tuttavia raramente sono necessarie terapie chirurgiche ed è bene consultare subito il proprio medico.
In quale fascia d’età colpisce?
Chiunque può essere colpito dal gomito del tennista se esposto ai fattori di rischio sopra elencati, ma il periodo di massima insorgenza dell’epicondilite è compreso tra i 30 e i 50 anni di età.
Se la condizione è causata da un’attività faticosa o ripetitiva, ci si dovrebbe prendere una pausa fino a quando i sintomi migliorano. Si raccomanda di rivolgersi al medico quando i principali rimedi di automedicazione (riposo, ghiaccio e l’uso di antidolorifici) dopo alcuni giorni non migliorano la situazione.
Ma come si cura l’epicondilite?
Si tratta in genere un disturbo che tende a migliorare spontaneamente (autolimitante), ecco come procedere:
- Riposo. Non fate sforzate il gomito, ma non lasciatelo nemmeno immobile. In molti casi è sufficiente indossare una guaina elastica sull’avambraccio di notte per diminuire i sintomi. Le guaine idonee potete trovarle qui :https://goo.gl/ZKjSs
- Ghiaccio. Per diminuire il gonfiore usate la borsa del ghiaccio, i massaggi con la borsa del ghiaccio, i bagni nell’acqua fredda o la guaina elastica impregnata d’acqua fredda. Cercate di applicare il ghiaccio il prima possibile dopo la comparsa del dolore.
- Compressione. Usate una benda o una guaina elastica per comprimere la zona lesionata (ecco quale adoperare https://goo.gl/ZKjSsL).
- Elevazione. Quando possibile cercate di alzare il gomito al livello delle spalle per prevenire o diminuire il gonfiore.
Purtroppo i tendini hanno tempi di guarigione particolarmente lunghi e la mano è fondamentale nella vita quotidiana, il disturbo può quindi persistere per diversi mesi. Consultate il vostro medico per una consulenza specifica.